Notizie

Venerdì 31 Gennaio 2025

Il Regolamento CLP - Recenti aggiornamenti e controlli

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La partecipazione al webinar tramite la piattaforma Microsoft Teams è gratuita previa iscrizione al seguente link: https://events.teams.microsoft.com/event/ea272f9b-dcf7-4881-931a-1bf30cb28201@6bc79307-413a-44db-94ef-c15800d55860

Ultima modifica: Venerdì 31 Gennaio 2025
Mercoledì 22 Gennaio 2025

TRANSIZIONE ENERGETICA E COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI IN SICILIA

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Ultima modifica: Mercoledì 22 Gennaio 2025
Venerdì 10 Gennaio 2025

Lavoro: 497mila entrate previste dalle imprese a gennaio

Sono oltre 497mila i lavoratori ricercati dalle imprese a gennaio e circa 1,4 milioni per il primo trimestre dell’anno. A guidare la domanda di lavoro sono le imprese turistiche che programmano nel mese +16mila assunzioni rispetto a gennaio 2024 (pari a circa 67mila entrate), seguite dal commercio con +2mila unità (con oltre 77mila entrate). In flessione, invece, le previsioni dell’industria manifatturiera e dei servizi alle imprese (entrambi -12mila unità). Stabile rispetto a 12 mesi fa la difficoltà di reperimento che riguarda sempre almeno una assunzione su due (49,4%). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali di gennaio [1].

A gennaio l’industria complessivamente ha in programma 161mila assunzioni (-6,4% su base annua) 109mila delle quali nelle industrie manifatturiere e nelle public utilities (-9,7%), mentre le altre 52mila riguardano il settore delle costruzioni (+1,4%). I servizi nel complesso prevedono di assumere 336mila lavoratori, pressoché stabili su base annua.

Sotto l’aspetto dimensionale sono le microimprese (fino a 9 dipendenti) a prevedere per gennaio una crescita delle assunzioni (+1,5mila rispetto a gennaio 2024). In flessione la previsione delle medio-grandi imprese (-8mila tra 50 a 249 dipendenti e -4mila per quelle con 250 dipendenti e oltre).

A gennaio il mismatch tra domanda e offerta di lavoro interessa 246mila assunzioni delle 497mila programmate (49,4%) soprattutto a causa della mancanza di candidati (32,0%). Dal Borsino delle professioni sono difficili da reperire sul mercato - nel gruppo delle professioni intellettuali e scientifiche - gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni (62,1%) e gli ingegneri (58,5%), mentre tra le professioni tecniche si segnalano i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (67%) e i tecnici della salute (66,3%). Nel gruppo delle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi risultano di più difficile reperimento gli operatori della cura estetica (59,8%) e le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (55,9%). Gli operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche (75,5%) e i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (74,5%) sono le professioni con la più elevata difficoltà di reperimento tra gli operai specializzati, mentre per i conduttori si contraddistinguono gli operai addetti a macchinari dell'industria tessile e delle confezioni (67,9%) e gli operai addetti alle macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (65,6%).

I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta con circa 215mila unità, pari al 43,2% del totale, seguiti dai contratti a tempo indeterminato (115mila, pari al 23,1%).

Con riferimento ai livelli di istruzione, il 18% delle ricerche di personale è rivolto a laureati (90mila unità), il 28% a diplomati (138mila unità) e il 34% a chi è in possesso di una qualifica/diploma professionale (167mila unità). Oltre 11mila le richieste per i diplomati ITS Academy.

A gennaio le imprese programmano oltre 89mila assunzioni di lavoratori immigrati, pari al 18% del totale. Tra i settori economici che ricercano maggiormente manodopera straniera si segnalano servizi operativi (il 28,8% delle entrate è riservata agli immigrati), servizi di trasporto e logistica (26,3%), industrie metallurgiche e prodotti in metallo (21,4%), servizi di alloggio e ristorazione (20%) e costruzioni (19,9%).

Inoltre, sono 148mila i posti di lavoro (30% delle assunzioni di gennaio) per cui le imprese manifestano una preferenza per i giovani sotto i 30 anni, con opportunità particolarmente elevate nei settori finanziario (43,1%), turistico (41,8%) e informatico (40,7%).

A livello territoriale sono le imprese del Nord-Ovest e del Sud a programmare un maggior numero di assunzioni (rispettivamente 159mila e 123mila) seguite dalle regioni del Nord-Est (115mila) e del Centro (101mila). Nel Nord-Est si segnala la difficoltà di reperimento più elevata (oltre il 54%).

 


[1] Le previsioni del mese di gennaio si basano su un campione di circa 106mila imprese. Le interviste sono state raccolte tramite metodologia CAWI nel periodo 18 novembre 2024 - 4 dicembre 2024.

Ultima modifica: Venerdì 10 Gennaio 2025
Giovedì 9 Gennaio 2025

Premio Impresa Ambiente – XII Edizione

Le iscrizioni al Premio verranno prorogate al 17 gennaio 2025 per consentire alle aziende di completare le procedure con tempi più dilatati, visti gli adempimenti di fine anno cui devono far fronte.

www.premioimpresambiente.it

 

Venezia, 12 dicembre 2024 – Le aziende potranno iscriversi al Premio Impresa Ambiente fino al 17 gennaio 2025. La decisione di proroga dei termini di iscrizione è stata presa dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo, d’intesa con Unioncamere, per agevolare le imprese che, in questo periodo, sono alle prese con gli adempimenti burocratico-amministrativi di fine anno.

Sarà, dunque, possibile, per tutte le aziende con sede nel territorio italiano e regolarmente iscritte alla Camera di Commercio territoriale di riferimento (requisito fondamentale per partecipare) e per le aziende fondate da soggetti di nazionalità italiana iscritte alle Camere estere partner di Assocamerestero, candidarsi fino a metà gennaio alla dodicesima edizione del Premio organizzato da Unioncamere e Camera di Commercio di Venezia Rovigo (giunta alla quinta edizione in qualità di Camera promotrice) con il supporto di Assocamerestero e SSV Stazione Sperimentale del Vetro.

Ricordiamo che il Premio Impresa Ambiente è dedicato alle imprese ed agli enti che si occupano di innovazione di prodotti, sistemi, processi, partenariati e tecnologie in ottica di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e Responsabilità Sociale nell’ambito degli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Il Premio Impresa Ambiente si articola in quattro categorie e tre premi speciali. Le categorie si suddividono in:

  • Miglior gestione per lo sviluppo sostenibile: dedicata alle aziende dotate di una visione strategica e di un sistema di gestione che contribuisce con costanza allo sviluppo sostenibile dell’azienda, della comunità in cui sono inserite, che si impegna a promuovere e sostenere i diritti dei lavoratori ed a calcolare il proprio impatto sulla catena del valore;
  • Miglior prodotto o servizio per lo sviluppo sostenibile: dedicato alle aziende che producono prodotti e servizi di nuova concezione o che rappresentano l’evoluzione di modelli già esistenti, in grado di promuovere metodi di produzione e stili di consumo sostenibili che contribuiscono all’attuazione dei principi dell’economia circolare e che migliorino la qualità della vita delle persone;
  • Miglior processo/tecnologia per lo sviluppo sostenibile: dedicato alle aziende che hanno introdotto una nuova tecnologia o un processo di nuova concezione; la tecnologia dovrà assicurare una positiva ricaduta in termini di sostenibilità ambientale, impatto economico e sociale ed allo stesso tempo assicurare un’ottimizzazione dell’efficienza delle risorse naturali utilizzate, riducendo contemporaneamente l’impatto ambientale del ciclo di vita del prodotto attraverso: risparmio energetico e dei materiali, passaggio dalle risorse non rinnovabili a quelle rinnovabili, non utilizzo di sostanze pericolose, riduzione di emissioni e rifiuti;
  • Miglior cooperazione per lo sviluppo sostenibile: categoria, quest’ultima, aperta alle aziende che hanno sviluppato partnership internazionali che abbiano coinvolto una o più organizzazioni appartenenti a settori differenti (aziende private, enti pubblici, enti non governativi, istituzioni accademiche e di ricerca); i partner dell’organizzazione/i italiana/e o estera/e dovranno appartenere a Paesi in via di sviluppo o Paesi con un’economia in transizione; le partnership devono basarsi sui principi di equità, trasparenza e mutuo beneficio e dovranno contribuire significativamente ai tre elementi che caratterizzano lo sviluppo sostenibile: protezione ambientale, sviluppo economico ed equità sociale, e supportare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) approvati dalle Nazioni Unite.

Oltre alle quattro categorie premiate sono previsti tre premi speciali:

  • Premio Speciale Impresa Ambiente “Giovane Imprenditore”: riconoscimento riservato a titolari o dirigenti d'impresa under 40 in concorso per una delle categorie, che si siano distinti per spiccate capacità imprenditoriali, innovazione ed attività di ricerca dedicati allo sviluppo eco-sostenibile.
  • Premio Speciale Impresa Ambiente “Start-up innovativa”: riconoscimento riservato ad imprese che sono qualificate come start-up innovativa ai sensi dell’art. 25 comma 2 del Decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” in concorso per una delle categorie del Premio, che si siano distinte per progetti altamente innovativi e di ricerca dedicati allo sviluppo eco-sostenibile;
  • Premio Speciale Impresa Ambiente “Assocamerestero”: riconoscimento riservato ad imprese che hanno sede all’estero, e che sono regolarmente associate ad una Camera di commercio estera e che si siano contraddistinte per gestione o prodotto/servizio o, ancora, processo/tecnologia o, infine, cooperazione per lo sviluppo sostenibile.

Si specifica che la partecipazione al Premio Impresa Ambiente XII Edizione non comporta alcun costo di partecipazione per chi intenderà iscriversi.

Ultima modifica: Giovedì 9 Gennaio 2025
Lunedì 30 Dicembre 2024

IA: la usa solo l’11,4% delle imprese

L’Intelligenza artificiale cresce ma il suo utilizzo non sfonda ancora tra le imprese italiane. Sebbene in aumento rispetto al 2021 (quando se ne avvaleva il 5,7% delle aziende), nel 2024 la IA è entrata a far parte del patrimonio tecnologico solo dell’11,4% delle attività produttive. Che, però, nel frattempo, hanno investito con decisione soprattutto nel Cloud (lo ha fatto il 44,4% delle imprese), nei sistemi di pagamento digitali (41,3%) e nella Cybersicurezza (41,2%).

L’analisi, realizzata da Unioncamere e Dintec sulla base dei dati dell’Osservatorio Punti impresa digitale delle Camere di commercio, fornisce però una bella prospettiva: il sistema produttivo guarda oggi con crescente attenzione all’Intelligenza artificiale che, tra le tecnologie strategiche da potenziare tra il 2025 e il 2027, balza al primo posto, con il 18,9% delle imprese che la include tra i propri programmi di investimento.

Le tecnologie digitali sono strumenti indispensabili per sostenere la crescita e la competitività delle nostre imprese”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Pensiamo alle enormi potenzialità dell’utilizzo dell’Intelligenza artificiale ancora in gran parte tutte da esplorare. In Italia, comunque, sono in decisa crescita gli investimenti in IA e per questo il sistema camerale intende continuare ad aiutare le imprese a sfruttarne i vantaggi in maniera consapevole. Attraverso i Pid abbiamo già coinvolto 750mila imprese e puntiamo a raggiungerne oltre un milione nel prossimo triennio per sostenere gli imprenditori nei processi di digitalizzazione e di doppia transizione. Anche per questo è necessario rafforzare la partnership con i principali enti di ricerca italiani per poter disporre di una rete di strutture verso cui orientare le imprese in modo mirato, facilitando l’incontro tra domanda e offerta di tecnologia”.

I dati mostrano comunque che la IA non si sta diffondendo omogeneamente sul territorio nazionale e con una netta preponderanza del Centro-Nord. Tra le imprese che già utilizzano l’intelligenza artificiale, il 67,8% è situato in Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia Romagna e Veneto, con Milano, Roma, Torino, Verona e Reggio Emilia tra le prime province.

La gran parte delle imprese che utilizzano la IA opera nel settore dei Servizi (75,2%). Seguono Manifatturiero e Commercio, con il 10% circa, e l’Agricoltura e le Altre Industria con meno del 3% delle imprese.

Tra i Servizi, questa tecnologia risulta più diffusa tra i Servizi di informazione e comunicazione (34,5% delle imprese), dove viene utilizzata principalmente per la produzione di software e la consulenza informatica.

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Ultima modifica: Lunedì 30 Dicembre 2024
Lunedì 16 Dicembre 2024

PID-Next: al via il Bando per l’innovazione digitale personalizzata di mille imprese

Al via da oggi le candidature delle imprese al Bando PID-Next, il Polo di Innovazione del sistema delle Camere di commercio.

Saranno mille le micro, piccole e medie aziende che avranno la possibilità di accedere a percorsi personalizzati di first assessment e attività di orientamento in grado di supportare la trasformazione digitale della propria attività.

Il progetto PID -Next, promosso da Unioncamere con il supporto di Dintec, sarà realizzato dai Punti impresa digitale delle Camere di commercio. PID-Next è finanziato con fondi del Piano nazionale di impresa e resilienza, che copriranno i costi dei servizi resi, da un minimo dell’90% per le medie imprese fino al 100% per le micro e piccole.

L’avviso pubblico è disponibile e consultabile in questa pagina.
Tre gli step previsti per le imprese che si aggiudicheranno i servizi dei Punti impresa digitale.

L’analisi personalizzata della maturità digitale attraverso un incontro in impresa con un addetto del Polo che svolgerà una valutazione del livello di maturità digitale, degli obiettivi dell’azienda e dei fabbisogni tecnologici necessari al loro raggiungimento.

A seguito dell’incontro, il secondo step prevede l’analisi dei fabbisogni da parte di un team nazionale che si occuperà anche di individuare le migliori opportunità per orientare il percorso di digitalizzazione dell’impresa.

Infine il terzo step: la consegna del report che non sarà solo una analisi del livello di maturità digitale dell’impresa, ma offrirà suggerimenti riguardo ai partner con cui l’impresa può proseguire il proprio cammino di digitalizzazione e segnalazioni in merito ad eventuali ed ulteriori possibilità di finanziamento.


PID-Next apre così la strada al trasferimento tecnologico e l’accesso a un network di partner pubblici e privati mirato sulle esigenze dell’impresa.

PID-Next si rivolge alle Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) con sede legale o operativa in Italia. Per partecipare è necessario inviare la domanda accedendo con SPID/CIE/CNS al sistema restart.infocamere.it , a partire da oggi e fino alle ore 16:00 del 18/02/2025.

 

 

Ultima modifica: Venerdì 20 Dicembre 2024
Mercoledì 11 Dicembre 2024

Unioncamere Economia & Imprese

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Ultima modifica: Mercoledì 11 Dicembre 2024
Martedì 10 Dicembre 2024

Le medie imprese del Mezzogiorno Nel 2024 migliorano fatturato e esportazioni Per oltre l’80%, la mancanza di personale specializzato è un forte limite allo sviluppo, con il 33% che punta ad inserire lavoratori stranieri

Miglioramento del fatturato e dell’export al Sud, peggioramento per entrambi i fattori al Centro Nord. Questa la fotografia scattata nel rapporto “La competitività delle medie imprese del Mezzogiorno tra percezione dei rischi e strategie di innovazione” dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere presentato oggi a Bari. Una realtà produttiva che nel Meridione conta 431 società manifatturiere di capitali a controllo familiare, ciascuna con una forza lavoro compresa tra 50 e 499 unità e un volume di vendite tra i 17 e i 370 milioni di euro.

Nel 2023 il loro fatturato è aumentato del 2,7%, contro un calo del 3,6% di quelle del Centro-Nord, mentre l’export è salito del 4,4%, a fronte di una diminuzione del 2,1% delle altre. Anche per l’anno in corso le medie imprese del Sud prevedono di raggiungere un incremento intorno al 2% del proprio giro d’affari e delle esportazioni, in contrapposizione ad un calo atteso da quelle del resto d’Italia rispettivamente dell’1,5% e del 4%.

A fare la differenza sono anche gli investimenti nelle tecnologie 4.0 avviati o programmati entro il 2026 dall’87,3% delle medie imprese del Mezzogiorno (contro l’82,1% delle altre). Inoltre, il 41,3% inizierà ad investire nell’intelligenza artificiale nei prossimi tre anni (contro il 37,5%), non solo per migliorare le attività, ma anche per realizzarne di nuove e più innovative. E lo farà anche grazie alle risorse previste dal PNRR: quasi il 50% delle medie imprese del Sud ritiene che possano contribuire alla crescita economica del Paese (contro il 43% delle altre), il 42,9% che siano utili per la transizione digitale (vs 41,1%) e il 37,5% per quella green (vs 33,7%). Tuttavia, a causa dell’eccessiva burocrazia e delle difficoltà nell’eseguire i progetti, la metà delle medie imprese meridionali valuta che il Piano Nazionale non apporterà nessun vantaggio.

 

“I dati confermano un interessante dinamismo del Sud che va sostenuto, anche incoraggiando il cammino intrapreso dalle medie imprese che si stanno rivelando un importante motore di sviluppo economico”. Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “tuttavia, preoccupano l’eccesso di burocrazia che rischia di ostacolare il percorso di crescita del Mezzogiorno e le difficoltà di trovare i profili adeguati a cavalcare la complessità delle sfide dei nostri tempi, a partire dall’intelligenza artificiale”.

 

“La vitalità del nostro Mezzogiorno è testimoniata dal raddoppio, in 27 anni, del numero di medie imprese che vi operano. Un dato che mette in luce il connubio virtuoso tra una parte del nostro Paese che vuole realizzare il proprio riscatto economico e quella forma di imprenditoria che ha già contribuito alla fortuna del resto d’Italia” ha dichiarato Gabriele Barbaresco, direttore dell’Area Studi Mediobanca.

 

“Il dinamismo delle medie imprese mostra, in estrema sintesi, che è finita l’epoca di “piccolo è bello” e quella di oggi è probabilmente l’epoca di “cresci o esci”. Soprattutto per le medie imprese non ci sono ricette univoche ma certamente non si può, né si potrà, prescindere da un ruolo centrale delle medie imprese (quasi sempre piccole diventate grandi), affrontando con chiarezza e con un impegno forte delle istituzioni le sfide del mismatch occupazionale con adeguati investimenti, innovazione e capacità di fare sistema, coordinando la capacità di cooperare in un’ottica di sviluppo generale del Mezzogiorno”. Lo ha sottolineato la presidente della Camera di commercio di Bari, Luciana Di Bisceglie.

 

Raddoppiate al Sud in 27 anni

In poco più di un quarto di secolo il numero di aziende che compone il capitalismo familiare del Mezzogiorno è più che raddoppiato, passando da 213 imprese nel 1996 a 431 nel 2022, a fronte di una crescita complessiva delle imprese del Centro-Nord della stessa “taglia” pari al 13% (circa 3.600 unità nel 2022). In incremento soprattutto il numero delle Mid-Cap campane (+114 unità), pugliesi (+46) e siciliane (+27). Oggi le medie imprese del Sud Italia rappresentano appena lo 0,5% del tessuto imprenditoriale meridionale, ma realizzano complessivamente l’11,9% del valore aggiunto manifatturiero totale dell’area.

In Puglia le medie imprese sono 84 e generano l’11,4% del valore aggiunto manifatturiero dell’intera regione.

 

Si conferma la dinamicità delle medie imprese del Mezzogiorno, ma la pressione fiscale rimane più penalizzante

Le medie imprese meridionali hanno registrato dati in controtendenza rispetto alla tradizionale immagine di un Mezzogiorno omogeneamente attardato. Nel decennio 2013-2022, il loro fatturato è aumentato del 71,2% rispetto al 59,7% delle imprese del Centro-Nord. La loro produttività è cresciuta del 33,4% rispetto al 29,1% del resto d’Italia e la competitività è aumentata di 26 punti percentuali (+13,9 p.p. le altre aree), con un incremento significativo della forza lavoro (+29,6% vs +22,3%). Questi risultati positivi sono ancora più rilevanti se si considera che sono stati conseguiti nonostante una pressione fiscale che penalizza le Mid-Cap meridionali: il tax rate medio del decennio è pari al 31,3% contro il 28,5% degli altri territori. Se ad esse fosse stata imposta la medesima tassazione delle imprese del Centro-Nord, avrebbero risparmiato 220 milioni di euro nel decennio.

Anche il 2023 si è chiuso con una crescita delle vendite delle medie imprese meridionali pari al 2,7% contro un calo del 3,6% di quelle delle altre aree e, nonostante il contesto altamente sfidante, le attese per il 2024 rimangono cautamente ottimiste (+2% per fatturato ed esportazioni) a fronte di un’aspettativa negativa delle Mid-Cap del Centro Nord (rispettivamente, -1,5% e -4%).

 

 

 

 

Tax rate effettivo (imposte dirette; in %)

 

Fonte: Area Studi Mediobanca, dati propri.

 

Contro le difficoltà nel trovare personale adeguato, al Sud una impresa su tre assumerà stranieri

Il reperimento di profili professionali adeguati rischia di diventare il principale ostacolo alla crescita delle medie imprese, in particolare per quelle del Mezzogiorno.

Negli ultimi 24 mesi, oltre l’80% di esse ha dichiarato di aver avuto problemi legati a questa criticità; la quota si dimezza per le imprese delle altre aree (42,8%).

Anche per questo, il 33,3% di queste imprese punta ad assumere nei prossimi tre anni lavoratori stranieri, soprattutto per l’indisponibilità dei lavoratori italiani (61,9%) e per la mancanza di giovani (28,6%).

Sempre in tema di Capitale Umano, si segnala che la presenza femminile nelle medie imprese del Mezzogiorno si ragguaglia appena al 12,4% della forza lavoro (solo il 3% in una posizione manageriale); le quote sono più alte con riferimento alle Mid-Cap delle altre aree (27,3% e 9,7%).

 

Principali rischi di impresa per sinistrosità registrata negli ultimi 24 mesi

 

Fonte: indagine campionaria Area studi Mediobanca, 2024; in % delle imprese rispondenti. Possibili risposte multiple.

 

 

Motivazione per cui vengono assunti lavoratori extra-UE

 

Fonte: indagine Centro Studi Tagliacarne-Unioncamere, 2024; in % delle imprese rispondenti. Possibili risposte multiple.

 

Catene di fornitura: la diversificazione come risposta ai problemi di approvvigionamento

Il 36,4% delle medie imprese del Sud ha subìto rallentamenti nell’attività aziendale dovuti alla rottura delle catene di fornitura (18,3% quelle del Centro-Nord). Per risolvere questa criticità, quasi la metà delle aziende meridionali punta alla diversificazione dei fornitori, in misura leggermente inferiore rispetto a quelle delle altre aree (54,9%). Meno di 1 su 3 intende rafforzare la collaborazione con i fornitori attuali (28,6%; 30,9% nelle altre aree), mentre la sostituzione viene adottata soltanto dal 9,5% delle imprese al Sud (7,8% altrove).

 

Principali strategie adottate sui mercati di fornitura

Fonte: indagine Centro Studi Tagliacarne-Unioncamere, 2024; in % delle imprese rispondenti. Possibili risposte multiple.

 

Più digitali, un po’ meno green e mediamente fiduciose nei vantaggi apportati dal PNRR

L’87,3% delle Medie imprese del Mezzogiorno ha investito nel triennio 2021-2023 e/o investirà nel triennio 2024-2026 in tecnologie 4.0, contro l’82,1% di quelle del Centro Nord. Il principale investimento in questo ambito è rivolto alla digitalizzazione dei processi che riguarda il 78,9% delle medie aziende al Sud e l’85,5% di quelle del Centro-Nord. Seguono lo sviluppo di sistemi gestionali avanzati e/o di produzione additiva (55,3% nel Mezzogiorno, 57,4% altrove), l’ottimizzazione di magazzino e logistica (52,6% vs 45,3%) e il potenziamento della cybersecurity (50% vs 45,5%).

Nei prossimi tre anni, il 41,3% delle medie imprese meridionali inizierà ad utilizzare l’IA (contro il 37,5% del resto d’Italia), non solo per migliorare le attività, ma anche per realizzarne di nuove e più innovative.

Meno accentuato appare, invece, il passo verso la transizione green. Il 66,6% delle imprese del Mezzogiorno ha investito o investirà nel periodo considerato in sostenibilità e più dell’80% lo farà puntando sulle tecnologie per energie rinnovabili in linea con le altre aree del Paese.

Quasi il 50% delle medie imprese del Mezzogiorno ritiene che il PNRR contribuirà alla crescita economica del Paese, il 43% alla transizione digitale e poco più del 37% a quella green. In questi ambiti le Mid-Cap del Sud Italia risultano più fiduciose di quelle del Centro-Nord. Tuttavia, 1 impresa su 2 crede che il PNRR non porterà vantaggi competitivi per l’eccessivo iter burocratico e per la difficoltà nell’eseguire i progetti.

 

 

***

 

Principali dati delle medie imprese industriali nelle regioni del Mezzogiorno

 

Regione

Numero aziende

Fatturato

Export

Numero dipendenti

Dati 2022 (€ migliaia)

 Abruzzo

                                         68

                          2.979.848

                            1.091.839

                                  8.497

 Molise

                                           7

                             493.732

                               103.828

                                     711

 Campania

                                        172

                          9.252.527

                            2.716.190

                                18.742

 Puglia

                                         84

                          3.945.465

                               917.338

                                11.831

 Basilicata

                                         20

                             673.144

                               191.024

                                  1.862

 Calabria

                                         15

                             594.287

                               161.118

                                  1.632

 Sicilia

                                         51

                          2.577.093

                               882.053

                                  5.495

 Sardegna

                                         19

                             794.336

                               104.670

                                  2.538

 

N.B. I dati regionali sono stati elaborati assumendo i bilanci delle sole singole società allo scopo di limitare l’effetto dei gruppi plurilocalizzati, pertanto non sono immediatamente raffrontabili con quelli aggregati per macroaree che tengono conto anche dei consolidati.

 

Fonte: Area Studi Mediobanca su dati propri.

Ultima modifica: Martedì 10 Dicembre 2024
Martedì 10 Dicembre 2024

Impresa Italia

Da oggi, in Impresa Italia, app e web, è disponibile il nuovo servizio Controllo Qualità utile per verificare che le informazioni della propria impresa, visibili a terzi (pubbliche amministrazioni, imprese, ecc.), siano corrette. 

Attualmente i controlli attivati riguardano i seguenti ambiti:
- Regolarità deposito Bilanci (per le imprese tenute al deposito);
- Domicilio Digitale: iscritto, iscritto ma presenta irregolarità (scaduto, revocato, ecc.), assente, attribuito d’ufficio dalla Camera;
- Stato attività: coerenza con lo stato della P.IVA in Agenzia delle Entrate;
- Socio Unico: coerenza fra la carica indicata (socio/socio unico) e l’assetto proprietario.
Per ogni incoerenza rilevata, viene suggerita l’azione che permetterà all’impresa di sanare la situazione.


Maggiori informazioni e screenshot esemplificativi sono contenuti nella Scheda di Rilascio.

Ultima modifica: Martedì 10 Dicembre 2024
Mercoledì 13 Novembre 2024

Sistemi di Pagamento Sicuri ed e-Commerce

Mese dell’educazione finanziaria:

martedì il webinar “Sistemi di pagamento sicuri ed e-commerce”

In occasione della VII edizione del Mese dell’educazione finanziaria, l’Associazione italiana commercio elettronico e la Camera di commercio organizzano per martedì 26 novembre, dalle 10 alle 12, il webinar “Sistemi di pagamento sicuri ed e-commerce”.

All’incontro, che si rivolge principalmente a giovani e futuri imprenditori, parteciperanno la segretaria generale della Camera di commercio, Paola Sabella, e il presidente di Aicel, Andrea Spedale. Subito dopo, l’intervento di Devid Jegerson, componente del comitato scientifico di Aicel ed esperto internazionale di pagamenti digitali, che accompagnerà i partecipanti in un percorso educativo su come muoversi in modo sicuro e affidabile nel settore del commercio elettronico, tutelando i propri dati personali ed evitando il rischio di frodi, attraverso l’autenticazione a due fattori e l’intelligenza artificiale. Infine, Manuela Borgese, vicepresidente di Aicel, chiuderà il webinar con una panoramica legata alla compliance e alle normative.

Per iscriversi: https://ecampus.aicel.org/corsi/sistemi-di-pagamento-sicuri-educazione-finanziaria-camcom-messina


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Link iscrizioni: https://ecampus.aicel.org/corsi/sistemi-di-pagamento-sicuri-educazione-finanziaria-camcom-messina

 

 

Ultima modifica: Venerdì 22 Novembre 2024