Competenze green
Il mondo del lavoro si trasforma grazie alle innovazioni tecnologiche, organizzative e di business della green economy e dell’economia circolare. Occorre perciò indagare come gli sforzi per rendere la produzione più sostenibile si riflettano sulle professioni, sulle competenze richieste ai lavoratori in una chiave che sappia ricomprendere il macrotrend dello sviluppo economico green nelle sue accezioni più diverse.
Il volume del Sistema Informativo Excelsior sull’analisi della domanda di competenze Green delle imprese nel 2019 cerca di rispondere a queste questioni.
La green economy, i green jobs e il mercato del lavoro
Per la prima volta in questa edizione della pubblicazione si utilizza la tassonomia delle professioni della Green Economy proposta nel database O*Net - opportunamente adattata alla classificazione nazionale CP2011 - per quantificare all’interno del Sistema Informativo Excelsior i programmi occupazionali delle imprese riguardanti i Green Jobs.
La Green Economy rappresenta un’opportunità per rendere l’economia più sostenibile, contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico, per preservare le risorse del pianeta, creando occupazione sul territorio grazie alla generazione di vantaggi competitivi per le imprese.
La domanda di green jobs
La metodologia sviluppata permette di considerare in maniera estesa i “lavori verdi”, in quanto considera sia professioni specifiche e - in alcuni casi emergenti – che saranno richieste dalla Green economy (in O*Net classificate come green new and emerging), sia professioni che dovranno puntare sul proprio reskilling per rispondere alle nuove esigenze del mercato (green enhanced skills), sia lavori non strettamente green ma coinvolti grazie alla diffusione trasversale dei macrotrend della sostenibilità ambientale (green increased demand). Nel 2019 i fabbisogni occupazionali programmati dalle imprese coinvolgono circa 1,6 milioni di occupazioni green, pari al 34,7% delle entrate totali mappate dall’Indagine Excelsior.
Gli investimenti in risorse umane con competenze green
Per competenze green si intendono l’attitudine al risparmio energetico e la sensibilità alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività aziendali che vengono rilevate nell’indagine Excelsior. Le imprese che hanno investito in queste skill, sono tutte quelle che hanno richiesto competenze green ad almeno la metà dei profili ricercati.
Nel 2019 sono state circa 720mila le imprese ad aver investito in lavoratori con queste competenze (+25 mila rispetto al 2018), dato che si riflette anche nella crescita di entrate programmate con competenze green, che ormai riguardano i più diversi settori e filiere, con picchi nei comparti più attenti alle esigenze di riduzione dei consumi energetici e di sostenibilità ambientale.
Nel volume inoltre verrà analizzato anche come si intersecano le richieste di competenze green insieme ad altre skill ritenute fondamentali dal mercato del lavoro come le competenze trasversali e le competenze digitali, statistico-matematiche e di gestione dell’innovazione 4.0
Gli investimenti in prodotti e tecnologie green
La percentuale di imprese investitrici in tecnologie green continua, anche per il 2019, l’ascesa che l’ha portata dal 14,3% registrato nel 2011, primo anno in cui questa informazione è stata rilevata, all’attuale 21,3% con un aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2018.
Nei prossimi anni si potrebbe osservare una crescente sensibilità ambientale da parte delle imprese e un ulteriore slancio grazie alle misure agevolative introdotte a favore dell’efficienza energetica e del risparmio energetico. Nel 2019, sono 295mila le imprese che hanno investito in prodotti e tecnologie green a fronte delle 260mila registrate nel 2018 (+35mila).
Le professioni con attitude green più richieste e i livelli di istruzione e formazione
Le professioni con attitudine verde più richieste rivelano la trasversalità di queste competenze all’interno delle diverse filiere, dimostrando che ormai il green è più una filosofia di gestione aziendale piuttosto che un settore a parte. Si va dai tecnici della produzione, agli ingegneri e agli esperti di formazione, nel volume si troverà la classifica delle 10 professioni green più richieste. Il volume analizza anche la domanda di competenze green per livello e titolo di studio in cui emerge che al crescere del livello di istruzione cresce anche la richiesta di competenze legate alla ecosostenibilità. Fanno però eccezione i lavoratori che hanno assolto solamente l’obbligo scolastico ai quali queste competenze sono richieste con un’intensità paragonabile a quella dei diplomati.
Il volume si conclude con due importanti approfondimenti settoriali, riguardo comparti che stanno vivendo in pieno la “rivoluzione green”: costruzioni e meccatronica.
Scarica l’aggiornamento al 2020 del volume sulle competenze green
Competenze Digitali
Il volume 2019 sulle “competenze digitali” offre una panoramica sul digitale e il mondo del lavoro in Italia.
La pubblicazione evidenzia gli investimenti in trasformazione digitale delle imprese italiane, le competenze digitali richieste dal mondo delle imprese, il processo dei cambiamenti digitali nel sistema delle professioni, sui titoli di studio richiesti dal mondo del lavoro, e conclude con una panoramica sui giovani e le e-skill.
In appendice sono presentati i risultati dei programmi di Unioncamere per il digitale ossia I Punti Impresa Digitale e il servizio Selfi4.0 per l’autovalutazione del grado di digitalizzazione delle MPMI e Crescere in Digitale.
Gli investimenti in trasformazione digitale in Italia
Il volume nel Capitolo 1 analizza il processo di trasformazione digitale per evidenziare la relazione che esiste tra gli investimenti, le esigenze di assunzione e le competenze digitali richieste, inoltre rappresenta una descrizione dello stato dell’arte al 2019 degli investimenti del settore privato in innovazione digitale. Si troverà una descrizione degli investimenti in nuove tecnologie (tra cui le abilitanti 4.0), in nuovi modelli organizzativi e nuovi modelli di business, suddivisi per settori di attività economica, dimensione aziendale e macroarea territoriale.
I numeri dello smart working e degli investimenti in marketing digitale
La pubblicazione inoltre si è focalizzata su due temi di stringente attualità come gli investimenti in smart working (lavoro agile) e in digital marketing (ossia l’utilizzo di canali digitali per la vendita di prodotti e servizi).
Le competenze digitali richieste dal sistema economico italiano e il digital skill set
Il volume evidenzia le richieste da parte del mercato del lavoro delle varie tipologie di e-skill, ossia:
- la capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici
- il possesso di competenze digitali di base
- la capacità di gestire soluzioni innovative 4.0
Questa analisi delle entrate per le varie competenze digitali è suddivisa in base alle aree territoriali, i grandi gruppi professionali, le figure professionali, i settori di attività economica e le aree aziendali. Le novità, rispetto al volume del precedente anno, riguardano la proposta e l’analisi dei cluster che mixano le richieste di più competenze digitali ( e-skill mix ) in modo da fornire una visione d'insieme sul fenomeno. Vengono illustrati i fabbisogni di competenze per il digitale espressi dalle imprese, per poi declinare in che modo si mixano fra di loro le competenze (e-skill mix), con quale frequenza, quali sono le difficoltà di reperimento delle risorse umane, in quali contesti organizzativi è maggiormente sentita l’esigenza di disporre di un digital skill mix e qual è la formazione richiesta.
Le competenze digitali e le soft skill: una visione d’insieme
Alle competenze tecnico-specialistiche informatiche, di gestione innovativa 4.0 e di comunicazione digital si vanno affiancando sempre più le soft skill. Le soft skill sono le competenze organizzative, sociali e relazionali e comunicative. L’integrazione, o più correttamente l’ibridazione, tra le competenze digitali e le competenze trasversali è un tema di importanza strategica e di stretta attualità che riguarda le professioni e i settori di attività economica.
Formazione ed istruzione per lo sviluppo delle competenze digitali
La formazione e i percorsi di istruzione, più richiesti per tutti i lavori per cui sono necessarie le competenze digitali, rappresentano uno degli argomenti più importanti da sviluppare nei prossimi anni. Non è importante soltanto comprendere quali sono i gradi di istruzione più richiesti dalle imprese, ma anche come evolve la richiesta di competenze digitali anche per le professioni, gli indirizzi di studio e i settori economici a più bassa specializzazione. Il volume presenta le evidenze sulla richiesta di specifiche e-skill per i vari indirizzi di studio (livello universitario, livello secondario superiore, livello di qualifica professionale). Oltre al focus sui titoli di studio si evidenziano quali sono gli indirizzi di studio più ricercati e con elevata richiesta di under 30 per competenza e livello di formazione.
Occupazione giovanile e mondo digitale
Le competenze digitali possono rappresentare un driver fondamentale per l’occupazione delle fasce d’età under 30. La domanda di nuovi occupati al di sotto dei 30 anni è costante per tutte le tipologie di competenze digitali analizzate, infatti i valori sono in un range tra il 26,7 e il 28% di giovani under 30 all’interno dell’insieme delle entrate programmate nel 2019 al quale sono richieste competenze digitali. L’analisi di queste entrate è suddivisa per macrosettore economico, dimensione aziendale e macroarea territoriale, inoltre vengono illustrate quali sono principali professioni con un e-skill mix con grado di importanza elevata per i giovani under 30. Il volume si conclude con due appendici sui programmi di Unioncamere per il digitale, ossia con i risultati del Selfi4.0 dei Punti Impresa Digitale e di Crescere in Digitale. I Pid fanno parte del Network nazionale Impresa 4.0 e si rivolgono alle MPMI di tutti i settori economici con la finalità di animazione culturale e supporto sui temi della quarta rivoluzione industriale e dei nuovi modelli organizzativi e di business. Nell’Appendice 1 si troveranno le evidenze di Selfi4.0, questionario di self assessment on-line, e strumenti di valutazione del livello di digitalizzazione di partenza per le imprese. Nell’Appendice 2 i risultati della prima edizione di Crescere in Digitale, un progetto attuato da Unioncamere in partnership con Google a valere sulle risorse gestite da ANPAL e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali all’interno del PON IOG di Garanzia Giovani (cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo). L’obiettivo del progetto è la promozione, attraverso l’acquisizione di digital skill, dell’occupabilità di giovani che non studiano e non lavorano (NEET) iscritti a Garanzia Giovani, attraverso la formazione per acquisire competenze digitali con lo scopo di accompagnare le imprese nel mondo di Internet.